Il paesaggio non é stabile, cambia

Un bell’articolo che fa capire come il paesaggio cambia, in periodi lunghi ma spesso percettibili sulla scala di una vita umana (gli aborigeni Australiani hanno una tradizione orale che ricorda l'”arrivo” del mare, cioé l’innalzamento del suo livello, lavori addirittura per per..linguisti!) é quello dell’ultimo numero della rivista The Smithsonian, pubblicato dalla medesima fondazione.

La zona di studio é quella della Columbia Britannica (British Columbia) dove degli archeologi e paleontologi studiano l’arrivo dell’Uomo nel continente americano. Come spesso succede, le conoscenze pregresse sono cambiate: ora si pensa che l’arrivo debba essere anticipato di 5000 anni o piu’ collocandolo a 20’000 anni fa almeno.

Ma quello che é molto interessante é quello che dice uno dei capi ricercatori, Daryl Fedie, dell’Università di Vittoria.

La prima osservazione che faccio é per il suo stupore e la difficoltà oggettiva di “leggere” il paesaggio nei suoi mutamenti in atto (difficoltà che é pure la mia). Perché sappiamo che due sono i fenomeni che lo modellano: il suo sollevamento (isostatico e/o tettonico) ed il suo “abbassamento” o incisione erosiva dovuta alle forze della natura (fiumi, laghi, mare, oceano).

In sintesi, quando gli utlimi grandi ghiacciai hanno cominciato a sciogliersi (ca. 24’000 anni fa), sulla superficie terrestre é mancato il loro peso. Gradualmente la crosta terrestre ha quindi cominciato a sollevarsi per isostasia, di qualche centinai di metri, almeno in quella zona del Canada. Allo sesso tempo, il livello dell’oceano ha cominciato ad alzarsi per lo l’afflusso di enormi flussi d’acqua dolce di scioglimento dei ghiacciai (che é quello che sta succedendo anche oggi ai poli, in Groenlandia, sui “piccoli” ghiacciai alpini e meno piccoli imalaiani).

Con foto aeree speciali che rendono le forme del territorio più percettibili per l’eliminazione della copertura vegetale (boschi, foreste; tecnica LIDAR) i ricercatori sono andati poi a caccia dei siti piu’ probabili per gli insediamenti umani e una volta ottenute le stratigrafie adatte (terreni continentali, aerei sotto strati di depositi acquatici, lacustri, plaustri o marini) sono cominciati gli scavi…e gli articoli scientifici.

Anche da noi valgono gli stessi ragionamenti. Il paesaggio si alza e nello stesso viene inciso dall’erosione (fiumi, colli, frane, smottamenti, ghiacciai ecc..).

Dati di modelli matematici riportano un sollevamento in Ticino di ca. 0.5mm all’anno, mentre in altre regioni delle Alpi si passa a più di 1 mm all’anno. I tassi di erosione (calcolati ad esempio dai tassi di sedimentazione nelle dighe dopo la costruzione o dopo che si ripulisce il fondo del bacino artificiale), sono circa dello stesso ordine di grandezza. Il risultato é che l’ altitudine assoluta della superficie dove mettiamo i piedi risulta più o meno costante. Ma cambiano le forme ed i paesaggi.

Non é una cosa così intuitiva vero? Ed ecco il giusto stupore dei ricercatori..ed il mio.

Il paesaggio non é stabile, cambia

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