Sediment Spews from Connecticut River

Incontrandomi con colleghi attivi in Svizzera nello studio, il monitoraggio e la valutazione dei pericoli naturali ho potuto anche rendermi conto di quanto si stia facendo oltre Gottardo per la presenza del presidente dell’associazione, alla quale faccio parte, FAN (Fachleute Naturgefahren, Spécialistes des dangers naturels, Specialisti in pericoli naturali), Signor Christoph Graf.

La strategia della gestione del rischio causato dai pericoli naturali risponde a tre domande:

  • Che cosa può succeder?
  • Che cosa é accettabile?
  • Che cosa si deve fare?

Nel concreto, si vuole proteggere il territorio ed i beni su di esso fissando dei limiti per stabilire cosa sia un:

  • Rischio accettabile
  • Rischio tollerabile
  • Rischio inaccetabile

La definizione di rischio comporta, a sua volta, l’utilizzo di tre concetti fondamentali:

  • Pericolosità
  • vulnerabilità
  • Esposizione

Si valuta anche materialmente l’oggetto da proteggere: se sia, ciè, un individuo, una collettività di persone oppure solo un bene materiale.

Si quantifica poi in termini economici quanto possa valere il danno individuale secondo la probabilità di decesso (che deve essere maggiore di un caso su 10’000), specificando anche, nel caso di un danno collettivo, il valore venale di una singola vita umana (par a, sbrigativamente, ma necessariamente , a 6,6 milioni di franchi) e naturalmente il valore dell’oggetto da proteggere.

Alla fine, si confrontano i vari criteri di valutazione per costruire delle matrici di valutazione che associano la probabilità di un evento alla sua intensità.

A livello di gestione pubblica dei pericoli naturali, si giunge quindi a disegnare una carta dei pericoli naturali indicante non solo la posizione ma anche l’entità e prevedibilità dei rischi sul nostro territorio.

Pericoli naturali – rischio, pericolosità, vulnerabilità, esposizione

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